Posto a 877 m. d’altitudine, il Comune di Carapelle Calvisio sorge sulle colline calcaree della Valle Tritana, a cinque chilometri da Castelvecchio Calvisio. Della zona si hanno molte citazioni nel Chronicon Volturnense e anche in varie mappe disegnate dal Monaco Giovanni. Nell’VIII secolo il borgo era il centro agricolo più importante della zona e il suo castello dominava la porzione occidentale della Valle Tritana. Carapelle è definita nei documenti come ‹‹casale de populo ipso Carapellensi›› (779) e come ‹‹villa›› (998), a differenza di Castelvecchio Calvisio, nominato come rifugio temporaneo, e Calascio, che appare solo come toponimo, o S. Stefano, che non è menzionato. Fino al XIV secolo è stato centro di una certa rilevanza nella zona, com’è testimoniato dalla frequenza con cui il toponimo appare nei documenti ufficiali. In uno di questi, precisamente il placito del 2 marzo 779, è nominata per la prima volta la Baronia di Carapelle, della quale, oltre a Carapelle stessa, facevano parte Castelvecchio Calvisio, Calascio, S. Stefano di Sessanio e Castel del Monte. Il modello insediativo sparso, con unico punto di riferimento proprio la villa di Carapelle, permane fino al ‘300, quando il borgo assume l’aspetto di vero e proprio centro fortificato cinto da mura, come attualmente osservabile.
Si tratta di un borgo interessante per il carattere unitario della sua architettura minore. Il nucleo più antico è posto sulla sommità di un colle e il circuito murario comprendeva in origine anche alcuni bastioni di rinforzo, a pianta rettangolare o semicircolare. Uno di questi è oggi inglobato nella muratura nord – est della chiesa madre. Tipiche del tessuto urbano di Carapelle sono le case torri, costituite da un seminterrato e tre o quattro piani sovrapposti. Di rilievo storico – artistico sono gli edifici sacri, come la parrocchiale del XVI secolo, dedicata a Santa Maria, la chiesa cinquecentesca di San Francesco, che conserva al suo interno un altare barocco, un soffitto a cassettoni e una tela della fine del Cinquecento, e la chiesetta rurale di San Cristoforo, di cui attualmente rimangono solo dei ruderi, situata nelle campagne verso Ofena. Fuori dell’abitato, sulla strada che conduce a Castelvecchio Calvisio, si trova la chiesa di San Vittorino, edificata tra il XII e il XIII secolo, che conserva nella zona absidale e nel portale laterale elementi decorativi in pietra, finemente lavorati.