Dal 14 al 18 maggio blogger, giornalisti, influencer e creatori di contenuti digitali hanno percorso il Cammino per promuoverlo sui canali di settore. Tappa dopo tappa, è stata l’occasione per scoprire non solo l’itinerario, ma anche i borghi che esso attraversa, che conservano caratteristiche ancestrali anche grazie a sapienti restauri conservativi e all’assenza di edificazioni moderne o invasive.
All’interno del press tour, lunedì alla Rocca di Calascio una degustazione dei prodotti del territorio, che negli anni hanno rappresentato anche un eccezionale veicolo di promozione, ha fatto scoprire agli ospiti il celebre canestrato di Castel del Monte, gli insaccati di maiale nero d’Abruzzo, la mortadella di asino, il Grana di pecora e le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio.
A narrare di queste straordinarie eccellenze sono stati i produttori in prima persona: Manuela Tripodi dell’azienda zootecnica Gran Sasso, nipote del compianto Giulio Petronio che ha legato il suo nome al formaggio pecorino canestrato, Marinella Della Rovere, che insieme al marito Alessandro Pelini tra i primi in Abruzzo ha riscoperto il maiale nero e che negli ultimi anni ha avviato anche l’allevamento di asini, Federico Faieta, che insieme al padre Gianni seleziona e affina formaggi da tutto il mondo tra cui, nelle grotte di Calascio, il Grana di pecora, e Ettore Ciarrocca, coltivatore di lenticchie.
C’è un mondo da gustare e raccontare, da queste parti, e l’appuntamento coi giornalisti specializzati è stata l’occasione per veicolare un territorio anche attraverso i suoi prodotti. In quest’area – solo quattro comuni in poco più di duecento chilometri quadrati – e nelle immediate vicinanze, c’è la maggiore concentrazione di Presidi Slow Food d’Abruzzo: canestrato, lenticchia, cece di Navelli, fagioli di Paganica, salsiccia di fegato aquilana e mortadella di Campotosto, a cui si aggiungono patata turchesa, grano solina dell’Appennino e mieli dell’Appennino che sono prodotti anche altrove.